Il ricetrasmettitore VHF è una delle dotazioni obbligatorie per le imbarcazioni o natanti che navighino oltre le sei miglia dalla costa, ma è assai utile anche in caso di navigazioni solo costiere.

Permette le comunicazioni in caso di emergenza (canale 16), l’ascolto del bollettino meteorologico (trasmesso continuamente sul canale 68), e le comunicazioni con le stazioni di terra e con altre barche, per ciò che concerne la sicurezza in mare.

vhf marino

Rispetto al telefonino, l’apparato VHF ha una portata ben maggiore che può arrivare a 30 miglia (occorre però che le antenne siano posizionate abbastanza in alto da “vedersi” nonostante la curvatura terrestre, e che non ci siano ostacoli) e per di più ne esistono di portatili assolutamente stagni e galleggianti: perchè quando ne dovessimo avere bisogno, probabilmente il nostro amato telefonino sarà già bagnato ed inservibile.

COME ESSERE IN REGOLA: L’apparato VHF necessita:
– della licenza di esercizio radiotelefonico (che attesta l’idoneità dell’apparecchio all’uso, ed assegna il nominativo internazionale di chiamata relativo ad una imbarcazione iscritta ovvero – nel caso di natante – ad una persona);
– del certificato limitato di radiotelefonista (rilasciato senza alcun esame, abilita l’utente alle comunicazioni).

Entrambi vanno richiesti all’Autorità per le Comunicazioni competente per territorio.
Nota bene: soltanto nel caso di apparato non omologato, sarà anche necessario il collaudo da parte dell’Autorità per le Comunicazioni (costo circa 200 euro).

DSC: Da qualche anno, gli apparati VHF in vendita sono dotati della funzione DSC (digital selective calling). In parole povere l’apparato, nel quale avremo impostato il codice MMSI assegnato su domanda dal Ministero alla nostra imbarcazione (lo stesso codice che utilizziamo per l’apparato EPIRB), e che ricaverà dal nostro GPS (se collegato ad esso) i nostri i dati di posizione, con la semplice pressione del tasto rosso “distress” provvederà ad inviare in automatico, sul canale 70, un complesso messaggio digitale (una sorta di SMS) di soccorso, contenente il nostro codice MMSI, la nostra posizione, ed altri dati impostabili, come la natura del pericolo, che verrà visualizzato sul display di ogni apparato ricevente. Rispetto al tradizionale messaggio “a voce”, un simile messaggio è certo più completo ed efficace, e soprattutto non c’è il rischio che – nell’agitazione del momento critico – il navigatore in difficoltà possa dare informazioni incomplete o addirittura erronee. Per una mentalità burocratica difficilmente comprensibile, però, per l’uso di tale apparato – ossia per poter pigiare il tasto rosso – è necessario avere una delle abilitazioni GOC, ROC, LRC, SRC, ossia una delle abilitazioni professionali rilasciate dopo un esame rigoroso, per superare il quale occorre avere una solida preparazione tecnica ed aver frequentato un apposito corso, del costo minimo di 6/700 euro. Quindi – in pratica – meglio non richiedere il codice MMSI, e non impostarlo nell’apparecchio, che continuerà a funzionare come normale radio ricetrasmettente.

COME USARE L’APPARATO: Se non si è stipulato l’abbonamento relativo alla corrispondenza pubblica (ormai desueto), l’uso dell’apparato è limitato solo al canale 16 e soltanto ai fini della sicurezza in mare. Poiché il significato di “sicurezza in mare” è piuttosto ampio, si ritiene comunemente che sia comunque consentita qualsiasi comunicazione, anche tra barche, utile per una navigazione sicura.

REGOLE DI UTILIZZO: Un corretto utilizzo del VHF è assai importante, per evitare di disturbare od impedire eventuali chiamate di soccorso o di emergenza:
1 – è vietato effettuare chiamate nei primi tre minuti di ogni mezz’ora, riservati all’ascolto della chiamate di soccorso;

2 – le chiamate si effettuano sul canale 16, nella forma seguente: tre volte, al massimo, il nominativo della stazione chiamata; la parola QUI; tre volte, al massimo, il nominativo del proprio natante. Ricevuta risposta, si stabilisce su quale canale – escluso il canale 70, riservato al DCS – passare per proseguire la trasmissione (spetta alla stazione costiera di stabilire tale frequenza), liberando rapidamente il canale 16.

3 – se nessuno risponde alla nostra chiamata, possiamo ripeterla altre due sole volte ad intervalli di due minuti; non ottenendo risposta, dobbiamo attendere quindici minuti prima di ripetere la chiamata.

Chiamata di soccorso: La chiamata di soccorso indica che una nave corre un pericolo grave e imminente e chiede un aiuto immediato; deve essere effettuata solo per ordine del comandante del natante. Data l’importanza di tale chiamata, essa deve essere ripetuta, sempre sul canale 16, fino a quando non si riceve una risposta. Periodo particolarmente utile è quello dei primi tre minuti di ogni mezz’ora (H + 00 H + 03, H + 30 H + 33), in cui tutte le stazioni costiere sono obbligate ad effettuare l’ascolto per la salvaguardia della vita umana in mare. Il segnale e la chiamata di soccorso in radiotelefonia comprendono: – il segnale di soccorso MAYDAY (pronunciato come l’espressione francese “m’aider”) ripetuto tre volte; – la parola QUI; – il nominativo del proprio natante, ripetuto tre volte; segue il messaggio di soccorso così composto: – il segnale MAYDAY; – il nominativo del natante; – l’indicazione della posizione, la natura del pericolo, la specie di soccorso richiesto e tutte quelle notizie che possono facilitare il soccorso. Poiché la richiesta di soccorso determina l’avvio delle complesse operazioni di ricerca e soccorso – talvolta con il rischio della vita per i soccorritori – non è una cosa su cui giocare; e comunque – qualora il pericolo si riveli meno grave, o venga risolto – sarà bene chiarirlo immediatamente. Chiamata di urgenza: La chiamata di urgenza indica che la stazione che chiama deve lanciare un messaggio urgentissimo concernente la sicurezza di una nave, di un’aeronave o di un altro mezzo o di una persona (es. avvistamento di una nave in pericolo, persona a bordo gravemente ammalata per la quale necessitano prescrizioni mediche urgentissime ecc.), oppure una richiesta di intervento non urgente (es. avaria del motore, o mancanza di carburante). La chiamata di urgenza viene trasmessa sul canale 16, ed è indirizzato ad una specifica stazione ovvero “a tutte le stazioni”; è preceduta dal segnale di urgenza PAN ed è così composto: – la parola PAN ripetuta tre volte; – il nominativo della stazione o delle stazioni a cui è indirizzato il messaggio (oppure a tutte le stazioni ); – la parola QUI; – il nominativo della nave chiamante; – il messaggio. Il segnale di urgenza ha la precedenza su tutte le altre comunicazioni, salvo quelle di soccorso. Chiamata di sicurezza: La chiamata di sicurezza riguarda messaggi relativi alla sicurezza della navigazione o importanti avvisi meteorologici lanciati dalle stazioni costiere, avvisi ai naviganti ecc. Il segnale di sicurezza consiste nella trasmissione della parola SECURITÉ ripetuta tre volte. Segue la chiamata così composta: – nominativo della stazione a cui va indirizzato il messaggio (o a tutte le stazioni) ripetuto tre volte; – la parola “QUI”; – il nominativo della propria stazione ripetuto tre volte; – la frequenza su cui si intende trasmettere il messaggio. Infatti, mentre la chiamata deve effettuarsi sul canale 16, è opportuno che il messaggio vero e proprio sia trasmesso su un altro canale.