DNS news novembre 2018

LETTERA DEL PRESIDENTE

 

Cari soci,

immagino che anche a voi sia giunta la notizia dei controlli fiscali recentemente attivati dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di alcune associazioni sportive dilettantistiche locali, operanti nel settore della nautica. 

Questi controlli, in verità, hanno dimensione nazionale ed interessano tutte le tipologie di associazione no-profit e, quindi, appare opportuno fare il punto della situazione. 

Il governo Renzi, grazie al cosiddetto “Decreto Semplificazioni Tributarie” (D.L. 16/2012, convertito nella L. 44/2012), ha “semplificato” anche l’accesso alle sedi legali delle associazioni e, così, mentre prima questa operazione era consentita solo previa autorizzazione dall’Autorità Giudiziaria competente e sulla base di “gravi indizi di violazioni” alle norme tributarie, dopo il decreto è sufficiente la mera autorizzazione interna del capo ufficio o del comandante dell’Amministrazione Finanziaria. 

Dopo questa modifica sono scattati una serie di controlli a tappeto che potrebbero, a breve, interessare anche la nostra associazione. Gli enti no-profit, del resto, fruiscono di importanti agevolazioni fiscali ed economiche e l’obiettivo principale degli organi di controllo è quello di verificare se, chi si presenta come associazione no-profit, ha i requisiti per poter essere definito “ente non commerciale” e svolge effettivamente attività di natura ricreativa, culturale, sportiva, assistenziale, di utilità sociale, ecc. 

La materia è regolata dall’art. 148 del T.U.I.R. (Testo Unico dell’Imposta sui Redditi), il quale stabilisce regole proprie dell’associazione (come ad es. l’obbligo di non distribuire utili o avanzi di gestione, l’obbligo di garantire l’effettività del rapporto associativo, oppure l’obbligo di garantire la democrazia interna), ma anche regole che riguardano il rapporto dell’associzione con gli associati.

Gli elementi di valutazione dei controlli, che a quanto risulta sono stati promossi direttamente dall’Agenzia delle Entrate, sono stati i criteri di ammissione/esclusione degli associati e la durata del rapporto, i diritti e doveri degli associati e l’assenza di discriminazioni o privilegi tra gli stessi, le modalità di convocazione, le regole sul funzionamento ed i quorum deliberativi per l’Assemblea dei Soci ed il Consiglio Direttivo, la regolare tenuta dei libri sociali ed, infine, il coinvolgimento dei soci nella vita dell’organizzazione, sia sportiva che extra sportiva. 

Quest’ultimo aspetto, in verità, rappresenta il punto più delicato dell’intera vicenda, per un motivo facilmente intuibile: mentre tutte le altre questioni sono controllabili dagli amministratori (noi possediamo uno Statuto ineccepibile, tutte le entrate e tutte le spese trovano puntuale documentazione, le riunioni sono sempre state effettuate regolarmente ed i libri sociali sono aggiornati e conservati nel perfetto rispetto delle normativa), la partecipazione dei soci alla vita sociale dipende unicamente dalla buona volontà dei singoli associati. 

Devo aggiungere che, se la partecipazione alla vita sociale è certamente una buona regola per tutti i soci, per chi dall’associazione trae un servizio questa partecipazione alla vita sociale diventa un vero e proprio obbligo contrattuale. L’elemento che distingue il classico contratto di ormeggio, per intenderci, quello che stipuliamo con un Marina quando andiamo in vacanza, dal contratto di ormeggio che l’associato stipula con il DNS, infatti, è dato dal fatto che il corrispettivo non è solo economico, ma è rappresentato anche dalla attiva partecipazione alla vita dell’associazione da parte del socio, ovviamente, in questo caso, attraverso un uso specifico della sua imbarcazione. 

Appare evidente, quindi, che in caso di ispezione da parte della Guardia di Finanza, sui nostri pontili non possono essere trovate imbarcazioni in stato di abbandono, con gli scafi coperti da fluttuante vegetazione o, addirittura, con le pale delle eliche coperte da colonie di cozze. Questa situazione, infatti, rappresenterebbe la prova inconfutabile di un uso illegittimo del posto ormeggio, e comporterebbe l’applicazione di sanzioni economiche particolarmente rilevanti. 

Per questi motivi vi invito caldamente a prenderevi cura delle vostre imbarcazione e ad effettuare un controllo anche in questi giorni, ben consapevole che durante la stagione invernale le visite alla nostra sede nautica si diradano. 

Un cordiale saluti a tutti 

 

                                                                                                                                                                                    IL  PRESIDENTE

                                                                                                                                                                                    Antonio Regazzo